giovedì 19 gennaio 2012

La libertà a stelle e strisce

La Costa Concordia ha riempito i quotidiani e  le edizioni dei giornali di questi giorni, trascurando molti avvenimenti che sono accaduti, stanno accadendo (come il rinominato "movimento dei Forconi") e che accadranno. E' proprio in quest'ultimo ambito che non c'è stata la sensibilità ad un evento che rischia di scuotere la società. Una nuova proposta di censura di internet e della sua indipendenza si sta affacciando sopra di noi ma questa volta non siamo in Italia, non siamo in qualche paese da una tenua democrazia, stiamo parlando degli Stati Uniti.
Forse ai naviganti di Wikipidia avranno notato quel gran banner che compare con la denuncia all'assurdità di questa legge. Sopa e Pipa sono i nomi, forse anche un po' buffi, con la quale sono state rinominate rinominate le due proposte di legge da parte del Senato americano. Sopa (Stop Online Piracy Act) e il Pipa (Protect Ip), sono state idealizzate, dicono i politici americani, per coprire i diritti d'autore e per combattere la pirateria online. Sembra veramente di rivivere un deja vu e di ritrovarsi e ripercorrere quelle giornate di ottobre quando una proposta simile fu avanzata nel nostro paese, scatenando un'ondata di proteste.
Le due "gemelle cattive" Soda e Pipa, prevedono una chiusura coatta di indirizzi che violano i diritti di autore e i titolari di questi siti rischiano fino a 5 anni di carcere in caso l'utente pubblichi un link protetto, anche senza fini commerciali. Di cosa stiamo parlando? Cercherò di darvi una dritta. Se un utente pubblica su Youtube, come in qualunque altro sito, uno sketch preso da un film, e quindi protetto a Copyright, verrebbe denunciato e, oltre alla rimozione di tale link (che solitamente avviene con qualche settimana di ritardo) rischierebbe la pena massimo di 5 anni.
Robe da paese dittatoriale, non certo per un paese che si è sempre dichiarato come il più democratico del mondo e come una patria dove realizzare i propri sogni. Internet è un mezzo scomodo, si cerca sempre un metodo "democratico" per limitarne le potenzialità, forse i senatori agiscono realmente per tutelare quelle grandi aziende (per la maggior parte americane, che caso) che hanno visto i propri guadagni diminuire. Ma non è finita qui, infatti, oltre alla possibilità di rimozione coatta del contenuto delle pagine web, il governo americano, sempre secondo le "Gemelle cattive", potrà tagliare i finanziamenti per supportare la pagina (quindi bloccando pagamenti per preservare il dominio o per concedere servizi) e quindi portare alla scadenza del sito. Insomma una forma alternativa di oscuramento in cui si lascia scadere la pagina per poi essere rimossa automaticamente dai server.
Le due leggi approderanno il 24 gennaio al Senato americano, dove si darà inizio al dibattito parlamentale sulla legge e dove, ancor prima di approdare, incontra già l'opposizioni di vari esponenti di rilievo, lo stesso Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha già annunciato il suo dissenso verso questa legge.
Il messaggio che ha accompagnato il Blackout di Wikipidia di mercoledi 18 gennaio
Intanto molti grandi gruppi di internet, come Mozilla, Yahoo e Google hanno già aderito ad una campagna di protesta verso questa proposta. Ieri, 18 gennaio, c'è stata la protesta in tutti gli States e Wikipidia ha oscurato completamente la pagina americana (e inglese) per 24 ore in segno di protesta.
Le conseguenze di questa legge, ipotizzando la sua approvazione, sarebbero molto pesanti in tutto il mondo democratico che, prendendo per modello il "paese più democratico" potrebbero adattare questa legge anche nel proprio paese imponendo una netta cesura a tuto il mondo del web.

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