venerdì 11 maggio 2012

Grilli saltanti


Ci lasciamo alle spalle una settimana decisiva per la politica locale e non.  Infatti il 6 e 7 maggio si sono svolte, come tutti ben sanno, le elezioni in più di mille per rinnovare l’amministrazione locale e votare nuove giunte. Quello che tutti sapevano, ma che si è fatto finta di non sapere, è la nascita del partito del M5S (che volente o no è sempre un partito), che ha effettuato con un grandissimo successo il suo “battesimo” risultando il 3° partito per italiano e mettendo una grande linea di demarcazione tra quella che si osa definire “vecchia politica” e quella giovane. Quello dei grillini è stato definito un vero e proprio boom, un fenomeno analogo, qualcosa di imprevedibile. I partiti (quelli che si riconoscono tali) hanno sempre attaccato Grillo e il movimento da lui proposto cercando di sminuire la propria sconfitta e attaccandosi al metodi non proprio cordiali di quest’ultimo per affrontare i temi.
Quello che a me ha spaventato, più di qualunque altro commento, è stato  l’intervento di Napolitano, che non ha visto nessun boom nel fenomeno M5S, per lui è tutto normale, non si è reso conto di quel 20% a Parma e addirittura l’elezione di un sindaco sotto le cinque stelle in Emilia Romagna. Napolitano non crede ci sia niente di grave se gli equilibri politici sono stati completamente stravolti, lui non tiene nota del fatto che il centrodestra ha riportato solamente sconfitte e che il paese è stanco di questa classe dirigente.
Io verrei dire la mia su questo tema, io credo che siamo ad un punto di non ritorno. Mi spiego meglio, io credo che la popolazione non voglia più la politica novecentesca, sia stufa di vedere queste magagne e di sentire i soliti falsi profeti, il vero vincitore di queste amministrative, il primo partito d’Italia, il vero boom non è Grillo, non è il M5S, il vero clamoroso punto di svolta di queste amministrative sono gli astenuti. Sono loro che hanno in mano il paese, sono loro che potrebbero dare peso a qualcosa di più di un semplice partito. Se più del 304% della popolazione (in media) non è andato a votare un motivo ci sarà. Il fenomeno che più mi preoccupa è che Grillo sia stato capace di prendere una piccola parte di questi astenuti, ogni voto al M5S è un voto preso dagli astenuti. Se sommiamo quelli del movimento con gli astenuti si andrà ben oltre il 50%. Il cambiamento è una conseguenza, non una prassi. Gli italiani sono stufi della politica nostrana, vedono nella classe politica solo dei ladri, neanche i politici stessi credono più nel loro sistema, vacillano, temono e sperano che quest’onda di malcontento si plachi. La vittoria del M5S avrà un effetto domino su tutti gli elettori che cominceranno ad alzare la testa e a credere in qualcosa di più, a sperare in un mutamento e in una possibilità per il futuro.
Grillo non è un politico, lo sappiamo, Grillo è qualcosa di più, egli è un agitatore di masse, sta colpendo al cuore i problemi degli italiani, gioca sul suo non essere come loro, di essere uno dei tanti e non membro di quella casta. La simpatia a lui attribuita sta proprio qui, cambiare il sistema senza essere dentro, senza essere stati infettati dal sistema. La figura del politico è oscurata, oggigiorno, dallo schifo che è stato fatto in passato, abbiamo perso l’occasione di cambiare tutto rieleggendo le persone all’interno della prima repubblica,  non andando a votare i vari referendum e poi? Poi si è giunti al punto di non ritorno, al punto in cui se sei politico sei obbligatoriamente ladro.
Alle prossime elezioni il M5S arriverà come minimo al terzo posto, portando nel parlamento quel vento di cambiamento, ma l’entrata in parlamento dei grillini metterà in contatto il sistema puro con quello infetto ed è li che si giocherà la partita sulla resistenza. Anche la Lega anni fa si presento come un partito puro, stesso discorso si può fare dei movimenti fascisti nel 1919. Non voglio certamente paragonare il M5S ai fascisti o ai leghisti, voglio semplicemente ricordare a me e a noi italiani che in qualunque era si è sempre presentato l’uomo del cambiamento, colui che deve rivoluzionare tutto e che alla fine non ha fatto altro che far parte del sistema da lui sempre contestato. Il cinque stelle dovrà assumersi un importante incarico che va ben oltre la politica, deve sviluppare un sistema immunitario che impedisca di trasformare la vittima in carnefice, la pecora in lupo, i grilli in maiali.

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